CARATTERISTICHE
Il merlot è uno dei vini da sempre maggiormente conosciuti e apprezzati del mondo per la sua rotondità e versatilità, poichè può essere usato in purezza, d’annata o invecchiato, o in miscela con altri vini per migliorarne l’equilibrio. All’aspetto si presenta con un colore rosso rubino non particolarmente carico che già fa intendere la natura di un vino non troppo impegnativo che trova il suo contesto ideale nella tavola di tutti i giorni. All’olfatto si possono distinguere le note floreali molto delicate che si armonizzano con i sentori di frutta fresca rossa, ciliegia selvatica. Al gusto si presenta armonico, equilibrato, leggermente tannico; il finale piacevolmente morbido lascia al palato una sensazione gradevole. Da servire a 15-18 gradi per esaltarne la freschezza. Ottimo vino per accompagnare pasta al sugo di carne, crepes ripiene di carne, pasta all’uovo, carni magre, preferibilmente bianche, minestre leggere; molto indicato con il maiale, per esempio in agrodolce, con gli insaccati e salumi cotti (mortadella, soppressa veneta...), con formaggi freschi a pasta filata o molle.
SCHEDA TECNICA
Varietà Merlot
Denominazione Indicazione Geografica Tipica (IGT)
Anno d’impianto 2002
Terreno sabbioso-limoso/sabbioso a scheletro prevalente
Sesto d’impianto 2,80 x 1,50
Potatura cortina semplice
Resa/ettaro 11 t
Alcool 12,50 % vol.
Zuccheri residui 1 g/l
Acidità 5,60 g/l
Ph 3,40
VINIFICAZIONE
Raccolta manuale delle uve all’ottimale grado di maturazione tecnologica e fenolica, pigiadiraspatura, inoculo con lieviti selezionati. La macerazione prosegue per 6-7 giorni dopodiché si procede con la svinatura. Rimontaggi ripetuti 3/4 volte al giorno. Alla fine della fermentazione alcolica il vino viene travasato, si procede alla successiva leggera chiarifica per la stabilizzazione proteica e alla filtrazione. L’imbottigliamento viene effettuato più volte l’anno per garantire in bottiglia sempre un prodotto fresco: il vino viene stabilizzato a freddo per prevenire precipitazioni tartariche e imbottigliato asetticamente previa filtrazione sterile.
VINI SENZA SOLFITI AGGIUNTI.
I solfiti possono aiutare a preservare il vino dall'ossidazione e dagli attacchi batterici, ecco perché vengono usati abitualmente in vinificazione, durante l'affinamento e durante l'imbottigliamento.
Purtroppo hanno enormi effetti negativi che superano, e di molto, i benefici:
• interferiscono con gli autentici profumi ed il gusto dei vini;
• rallentano la maturazione degli aromi;
• aggrediscono le papille olfattive e gustative rovinando l'assaggio e lasciando un retrogusto amaro;
• possono causare reazioni allergiche o di intolleranza.
I vini di alta qualità, come i nostri, sono migliori se prodotti senza l'utilizzo di solfiti perché:
• hanno profumi più autentici;
• sono più piacevoli in bocca;
• sono più digeribili.
Ma quanto durano questi vini?
Da uno a due anni in base alla varietà. Hai tutto il tempo di gustarli prima.
Produrre ottimi vini senza conservanti è realtà: scegli anche tu il gusto!
NON ESISTONO VINI SENZA SOLFITI
Durante la fermentazione i lieviti producono solfiti anche se in dosi generalmente molto inferiori a quelle aggiunte dall'enologo. Dunque, se anche quest'ultimo decidesse di non aggiungerne una piccola quantità nel vino ce ne sarà ugualmente. L'abilità sta nel creare le condizioni (igiene dell'uve e nella cantina, tempi e temperature di vinificazione, selezione di lieviti poco produttori di solfiti, ... ) per le quali se ne formi la minor quantità possibile.
In etichetta trovi spesso l'indicazione "contiene solfiti". Non sui nostri. Perché?
La legge obbliga ad inserirla se la quantità complessiva di solfiti presente in bottiglia (aggiunti + spontanei) supera i 10 mg/litri (quantità peraltro molto bassa!).
Le dosi abitualmente aggiunte dagli enologi durante le varie fasi di lavoro sono di solito superiori a 100 mg/litro. È comunque vietata la vendita di vini che ne contengano oltre 250 mg/lt perché oltre questa dose sono notevolmente dannosi alla salute.
Su tutti i nostri 4 vini senza solfiti aggiunti siamo di molto al di sotto dei 10 mg/lt: ecco perché non dobbiamo inserire questa indicazione in etichetta.
Lo stesso lievito produce diverse quantità in base alle condizioni in cui è costretto a riprodursi: uve poco sane, temperature di fermentazione sbagliate, una scarsa igiene in cantina sono alcune delle condizioni che aiutano i lieviti a produrre più solfiti. Ecco perché alcuni produttori sono così ossessionati dalla pulizia e dai tempi di lavorazione delle uve e dei mosti.
La scelta del tappo è essenziale per preservare la qualità del vino dopo l'imbottigliamento. Il tappo di sughero è una pessima soluzione perché può essere causa di cattivi odori, ha un enorme impatto ambientale ed è fonte costante di ossidazione. Ecco perché abbiamo scelto per i vini fermi il tappo in alluminio: minor passaggio di ossigeno, nessun cattivo odore ed è riciclabile all'infinito senza scarti.
Fai anche tu la scelta giusta: non rinunciare al gusto!